venerdì 24 febbraio 2012
Roma
Roma, che fu capitale dell'Impero romano, è stata per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale. Dopo il declino dell'impero romano, durante il Medioevo l'Italia fu soggetta ad invasioni e dominazioni di popolazioni straniere, come gli Ostrogoti, i Longobardi ed i Normanni. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, tornò ad essere il centro culturale del mondo occidentale. Dal XVII secolo, divisa in vari stati, fu dominata da spagnoli, francesi e austriaci. Durante il Risorgimento combatté per l'indipendenza e per l'unità finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia che cessò di esistere nel 1946, dopo il ventennio fascista e la sconfitta nella seconda guerra mondiale quando, a seguito di un referendum istituzionale, lo Stato italiano divenne una repubblica.
L'Italia, settima potenza economica mondiale, è un paese con un alto standard di vita: nel 2010 l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0,854, e la speranza di vita è di 81,4 anni.[3] È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE, aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7, G8 e G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una delle potenze regionali europee e si colloca in nona posizione nel mondo per le spese militari. L'Italia vanta il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[4] ed è il quinto paese più visitato del mondo.
Diversi fattori impediscono tuttavia la nascita di uno Stato unitario come sta avvenendo nel resto d'Europa: oltre alla suddivisione in tanti piccoli Comuni, che lentamente si tramutano in Signorie, c'è anche il timore del Papato di veder sorgere una potenza statale in grado di compromettere la sua autonomia. Per questo ed altri motivi i capi politici italiani devono supplire con l'intelligenza strategica alla superiorità di forze degli stati nazionali europei. Un esempio è Cosimo de' Medici, detto perciò "Padre della Patria", e considerato uno dei principali artefici del Rinascimento fiorentino: la sua politica estera, mirata al mantenimento di un costante e sottile equilibrio fra i vari stati italiani, sarà lungimirante nell'individuare nella concordia italiana l'elemento chiave per impedire agli stati stranieri di intervenire in Italia approfittando delle sue divisioni.
L'importanza della strategia di Cosimo, proseguita dal suo successore Lorenzo il Magnifico nella sua continua ricerca di un accordo tra gli stati italiani in grado di sopperire alla loro mancanza di unità politica, non viene compresa dagli altri prìncipi italiani, e si conclude con la morte di Lorenzo nel 1492. Da allora l'Italia diventa il teatro di numerose invasioni straniere: dapprima da parte francese ad opera di Carlo VIII, poi delle truppe spagnole di Carlo V. L'inizio della dominazione straniera si deve quindi al ritardo del processo politico di unificazione, e anzi fa registrare anche episodi di patriottismo, come il gesto di Ettore Fieramosca nella disfida di Barletta
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